Come aveva già sottolineato McLuhan, molti anni prima della nascita del concetto di nativo digitale, tutti i media sono generatori di cambiamento: ponendosi «in mezzo» tra i soggetti interagenti, li obbligano ad adattarsi alle proprie caratteristiche.
E quando ciò avviene, il soggetto cambia: cambia
il modo di usare la tecnologia, cambiano i significati che gli si
attribuiscono e le opportunità che è in grado di identificare e
realizzare attraverso di essa.
Questo processo di cambiamento è contemporaneamente individuale e sociale.
Prima i soggetti, con l’uso e il progressivo adattamento al medium, lo
riescono ad usare in maniera intuitiva e modificano i propri processi
cognitivi di conseguenza. Poi, grazie all’interazione attraverso il
medium, i soggetti creano delle pratiche condivise che strutturano sia l'identità che le relazioni sociali.
Ma quali sono in particolare le conseguenze di questi processi per la rete sociale dei nativi digitali?
Con il termine «rete sociale» la psicologia sociale
definisce l’insieme di
persone cui sono collegato da una forma qualsiasi di relazione sociale:
dall’appartenenza alla stessa famiglia, a un rapporto di amicizia o lavoro, a
una conoscenza casuale. Nell’ambito umano parlare di reti sociali significa
fare riferimento ai concetti di «comunità» - reti
sociali stabili costruite in base alla vicinanza, fisica o di interessi - e
di «gruppo» - reti
sociali dinamiche costruite in base alla condivisione di un obiettivo comune
Le principali conseguenze sono descritte sotto:
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L'influenza dei legami deboli
- Nasce un luogo digitale: il cyberspazio
- Nasce un nuovo spazio sociale ibrido: l'interrealtà
- Si riducono le distanze relazionali
- Social media e innamoramento: dal digitale al reale
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