Se i nativi digitali possono scegliere come e quali caratteristiche
sottolineare della propria identità sociale attraverso i diversi media (personal branding) è vero anche che,
seguendo le tracce lasciate dalle diverse identità digitali, è più facile per
altri ricostruirne l’identità reale (gestione
della privacy).
Detto in altre parole, l’inserimento dei propri dati, dei
propri commenti, delle proprie foto in un social network costruisce una memoria
storica della propria attività e personalità che non scompare anche quando il
soggetto lo vorrebbe.
Questa memoria storica può essere utilizzata da altri a scopi professionali – per esempio, per valutare un candidato in
un colloquio di lavoro – o fraudolenti, per esempio per assumere la personalità
di un altro, come avviene nel furto d'identità (identity theft).
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