Il terzo paradosso delle relazioni dei nativi digitali

L'uso degli strumenti di comunicazione digitale, sta progressivamente modificando non solo le modalità di relazione interpersonale ma anche il modo in cui creiamo relazioni sentimentali generando nuovo paradosso: mentre attraverso le reti sociali digitali è molto più facile riuscire a creare una relazione di tipo sentimentale rispetto al passato, allo stesso tempo è molto più difficile trasformarla in una relazione duratura.

Cerchiamo di capire il perché.

Da una parte i social media riducono i rischi della seduzione faccia-a-faccia diminuendo drasticamente la possibilità di ricevere un rifiuto. Perché rischiare di vestirsi in modo non adeguato, non dire la cosa giusta al momento giusto o di sentirsi fuori posto in una festa o in discoteca se online è tutto più semplice e veloce? E poi, la sensazione di rischiare di meno porta le persone ad osare di più online. Perché? Perché online non si sperimentano direttamente gli aspetti emotivi del rifiuto che si prova invece se il partner ci dice di no guardandoci negli occhi. Inoltre, i social media non solo riducono drasticamente i tempi e i rischi della seduzione ma facilitano anche la ricerca di nuovi compagni.

Tuttavia, la grande quantità di partner potenziali disponibili può indurre il nativo digitale a pensare che il partner ideale sia ad un solo click di distanza, scoraggiando l'impegno verso una scelta. A questo proposito i dati Istat sono impietosi. Se nel 2008, subito prima dell’esplosione dei social media, i matrimoni in Italia erano 246 mila, oggi sono poco più di 190 mila, quasi una riduzione di un quarto in meno di dieci anni.

Inoltre, il mondo online priva il soggetto della corporeità dell’Altro togliendogli un importante punto di riferimento nel processo di apprendimento e comprensione delle emozioni proprie e altrui. Competenza che rimane critica nel momento in cui la relazione da online diventa offline. Infatti, senza la capacità di sviluppare empatia diventa molto difficile uscire da una logica individualista per aprirsi ai bisogni e alle emozioni dell’altro. Il rischio è quello di non riuscire ad affrontare in maniera costruttiva le crisi nel rapporto, che prima o poi arrivano sempre.