3. La tecnologia cambia il concetto di "luogo"

Una delle caratteristiche dei nativi digitali che più colpisce i genitori che li osservano è la loro «presenza» nella tecnologia.

Sia che stiamo osservando un bambino di due anni che gioca con l’iPad, un ragazzo che sta giocando con la sua Playstation o un adolescente che legge sul cellulare la bacheca del proprio profilo di Facebook, a colpire è l’immersione cognitiva in quello che stanno facendo, spesso resistente anche a vigorosi richiami.

Le scienze cognitive hanno dimostrato che quando il nativo digitale impara ad usare intutiviamente la tecnologia, questo non è più cognitivamente presente nell’ambiente reale in cui si trova ma si "incarna" in quello remoto o simulato dal medium.

Anche questo cambiameno può essere spiegato usando una metafora del mondo della fantascienza: i nativi digitali, come i protagonisti dei film di Star Trek, possono teletrasportarsi nei mondi virtuali generati dai media, pur lasciando il proprio corpo fisico all’interno del mondo reale. utilizzato.

In pratica, il concetto di «luogo» cambia radicalmente: il nativo digitale non valuta più opportunità e vincoli in relazione al luogo fisico in cui si trova ma al luogo digitale esteso reso possibile dai mezzi di comunicazione a sua disposizione.

Per questo a cena con la famiglia o in pizzeria con gli amici può essere «presente» nel flusso di messaggi che appaiono sul cellulare e non all’interno del luogo fisico in cui il suo corpo si trova.